venerdì 23 gennaio 2009

Mr. Kira/ D'onofrio



Addentrato in uno dei soliti tediosi pomeriggi pratesi decisi di offrire al consunto divano tutta la pigrezza dei miei 79 kg. Dopo una giornata spesa tra manuali di diritto ecclesiastico ed insensati dibattiti pseudopolitici con coinquilini prevenuti la mia mente spossata rispondeva ad un unico input: birra e sigaretta di fronte ai programmi trash che solo il palinsesto pomeridiano riesce a donare con puntualità e sincronia degne di un orologio svizzero.
Il piccolo vascello del mio intelletto sembrava inerme preda di giganteschi galeoni impavidamente condotti da prodi capitani di ventura del rango di Michele Cocuzza e Massimo Giletti quando, improvvisamente ed insperatamente, ecco accorrere un lieve veliero bianco a trascinarmi fuori da acque imbizzarrite.
La salvezza fu fiutata anzitutto dall’ udito…semplici note di un adorato stornello deliziarono le mie sature orecchie:” due sportivi, due ragazzi per il calcio sono pazzi…” Un mondo sommerso dalle curve della memoria ricomparve lampante di fronte ai miei occhi increduli: campo da gioco più lungo della pista di indianapolis, capelli di atleti forgiati da ceselli per il legno e ubriacanti giochi di prestigio compiuti da ragazzi di otto anni restituirono al mio liso animo la freschezza dell’adolescenza.
Soprattutto una scena contribuì a rendere splendente uno stato d’animo già raggiante.
In uno squallido vicolo giapponese si aggirava senza meta, oberato dall’alcool e dalla stanchezza, un losco figuro . Trasandati pantaloni di lino, maglia sdrucita dal tempo e dai postumi di memorabili sbornie, barba ispida e capelli scompigliati ne facevano un soggetto tutt’altro che raccomandabile… La poca attenzione di cui era capace si focalizzò vorace verso un preciso obiettivo: un distributore automatico di birre che spiccava imperioso vicino all’entrata di una tavola calda.
L’uomo sentì il sangue ribollire nelle vene al pari della salivazione che si faceva torrenziale a causa della torrida giornata estiva….”un solo goccio di birra, solo un altro e poi smetterò….lo prometto….fosse l’ultima cosa che faccio”…Una mano in tasca in cerca di monete, e nell’altra la certezza di non trovarvi alcunchè…
Il malcapitato stava già maledicendo l’ultimo bicchiere di whiskey della sera precedente, reo di averlo lasciato al verde, quando un dozzinale pallone da calcio colpì il suo stinco….
Accadde tutto in un attimo: gli occhi acciaccati raggiunsero l’aggressività di un falco, i dinoccolati arti inferiori prepararono il colpo al pallone ed infine gli sporchi zoccoli di legno vi si abbatterono con la ferocia e precisione di una tigre all’assalto. Il bolide scagliato dall’uomo sfrecciò invisibile verso la macchina dei suoi sogni, la colpì implacabile e,distruggendola, donò all’improvvisato dio del calcio la ricompensa più ambita: una fresca lattina di birra. Un primo piano del bevitore, spavaldo e gioioso, chiuse in trionfo la scena e mi consegnò la chiave di un forziere di inestimabile valore….L’allenatore di Mark Lenders,il mitico mr. Kira, altri non era che il pigmalione ruiniano….”Pyoske d’Onofrio”….
La mia deduzione fu inesorabilmente confermata dai fotogrammi successivi.
Finale del campionato nazionale: “Mappets vs New team”….30° del primo tempo: Mark Lenders riceve la palla a centro campo e,con la potenza tipica del suo gioco, si invola all’interno della tre quarti avversaria. Salta prepotentemente Paul Diamond, Tom Becker e Bruce Harper…in men che non si dica si trova al limite dell’area pronto a punire il pallone col famigerato “tiro della tigre”….dalle retrovie,però, giunge repentino Oliver Hutton che con una pregevole scivolata sfila il pallone all’avversario e da il via al contropiede della new team….
Silenzio in campo….silenzio che viene impunemente spezzato da una roca voce proveniente dalla panchina della Mappets:”Testa di cazzo di merda….ma perché una volta tanto non passi la palla a quel frocio di Denny Mellow che è sempre solo davanti alla porta…ma vaff….torna a portare i giornali a giro per il giappone che fai cacare….” Mr. Kira-D’onofrio correda la fine poesia con un gancio destro capace di sfondare le staffe arrugginite della vecchia panchina di ferro….
La sigla finale mi riportò al triste mondo in cui viviamo sradicando brutalmente quel dolce amarcord degli anni ottanta dal cuore di un inguaribile sognatore. Mi diressi intontito verso camera nell’intento di preparare la borsa da palestra. Solo dopo aver depositato scarpe e maglietta notai che un candido sorriso mi baciava il volto, normalmente corrucciato da lugubri pensieri.
Issai la borsa rosso fuoco sulle spalle, mi gettai per le scale ed entrai in macchina con l’impazienza e la gioia di un bambino:quella sera sarei stato allenato da un idolo della mia infanzia…
Grazie mr….

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